Rappresenta il cuore dell'Istituto Zaccaria.

Tutti coloro che frequentano o hanno frequentato lo Zaccaria hanno avuto a che fare con la cappella dell'Istituto: luogo di quiete sempre aperto e sempre disponibile per la riflessione e la meditazione personale. In essa intere generazioni di Zaccarini vi hanno vissuto i momenti più significativi della loro vita scolastica e non solo: Messe d'inizio e fine anno, natalizie e pasquali; ritiri spirituali; conferenze; congedi dei maturandi; battesimi dei propri figli o nipoti; Cresime; Prime Comunioni; addirittura matrimoni...

Domina la scena il grande quadro della Madonna Immacolata che, con il piede, schiaccia la testa del serpente ma, subito, lo sguardo del visitatore è rapito verso l'alto perchè il soffitto a cassettone nasconde un'inaspettata sorpresa: ben 75 tele databili al primo trentennio del '600 e attribuite alla mano ancora giovane di Giulio Cesare Procaccini.

Le tele, trasferite nella cappella dello Zaccaria nel 1928 da una più antica cappella barnabitica soppressa nel 1902, rappresentano "le glorie della Vergine Maria" ovvero riferimenti in lingua latina alla Madonna presenti nell'Antico Testamento (28 tele) e nell'Apocalisse (2 tele). Le tele rimanenti raffigurano angeli musicanti (15 tele) e cherubini (30 tele).

Il soffitto della cappella, pertanto, può a buon diritto considerarsi un'estesissima lode alla Vergine Maria rivolta, soprattutto, nella gloria delle sue prefigurazioni veterotestamentarie.

Sopra la porta d'ingresso conclude il ciclo pittorico una bellissima tela raffigurante l'Annunciazione.